L’Arabo [1]
Iniziamo una panoramica sulla lingua Araba a seguito di un triste fatto di cronaca, la scomparsa di Yara Gambirasio a Brembate di Sopra e l’arresto, a causa di un’errata traduzione dall’Arabo di un muratore marocchino di 23 anni fermato con l’accusa di omicidio e poi rilasciato.
Tralasciamo volutamente, perché non riteniamo questa la sede più opportuna, le implicazioni di carattere politico-giudiziario così come quelle sulla professionalità degli interpreti, che hanno trovato ampio spazio nelle discussioni di questi giorni per concentrarci, invece, sugli aspetti più strettamente linguistici.
Innanzitutto va detto che “…l’Arabo è la lingua ufficiale di tutti i paesi del Maghreb (situati a ovest del Cairo), della penisola araba, dell’Egitto, del Sudan, di Gibuti, della Somalia e di tutti i paesi del Mashrek (situati a est del Cairo e a nord della penisola araba).
A differenza del latino, che nel corso del tempo si è diversificato dando origine alle lingue romanze, la lingua araba, almeno nella sua forma scritta, è rimasta pressoché intatta.”
Fonte: Wikipedia
Questa particolarità, però, si accompagna al fatto che praticamente nessuno parli l’arabo standard o classico che dir si voglia. La comunicazione orale, infatti, avviene mediante la miriade di dialetti regionali la cui variabilità è sensibilmente alta da una regione all’altra.
Nel caso di Brembate il dialetto Arabo era quello parlato in Marocco.
[…] Ma cosa succede con la traduzione in lingue particolari? Prendiamo, ad esempio, l’arabo. […]