Cinque incontri per cinque traduttori
Verto Group segnala oggi un evento particolarmente interessante per tutti coloro che sono coinvolti nelle professioni editoriali declinate in termini linguistici: si parla, dunque, dell’autore invisibile, il traduttore.
Riportiamo per estesto l’articolo di http://www.artapartofculture.net:
Cosa significa essere un traduttore editoriale in Italia oggi?
Nonostante negli ultimi periodi la questione dell’invisibilità di chi traduce sia venuta alla ribalta in rete e in alcuni luoghi letterari, così come in radio, quella del traduttore è una professione fondamentale e fondamentalmente (mi)sconosciuta.
Chi legge non sempre sa chi ha tradotto il libro che sta leggendo. Sul volume occorre andarlo a cercare (perché spesso non compare né in copertina, né sul frontespizio, né sul colophon: sono poche le case editrici che indicano con il dovuto -per legge!- risalto chi ha portato in italiano il testo); nelle recensioni dei media l’indicazione del traduttore manca quasi sempre; nei reading l’unico a non essere invitato è sempre il traduttore. E non serve aver ufficialmente dedicato alla traduzione un “giornata mondiale” (il 30 settembre, per chi volesse approfondire) per far conoscere questa figura professionale, senza la quale non avremmo la possibilità di leggere innumerevoli grandi romanzi o illuminanti saggi; probabilmente non è sufficiente neanche l’aver istituito un Consiglio Europeo delle Associazioni dei Traduttori Letterari e forse neanche le associazioni stesse.
Eppure tradurre è un’operazione difficile e appassionata e, come ha detto Simone Barillari nel suo bel ricordo di Glauco Felici (grande traduttore da poco scomparso), “Serve per essere traduttore, per essere il segreto scrittore di uno scrittore, una misura di umiltà e un’ugual misura di amor proprio, una mobile mescolanza di modestia e di orgoglio: non si può dare a un altro uomo nulla di più personale che le proprie parole, ed è questa una delle più alte abnegazioni di sé, ma pensare di poter restituire le parole di un altro uomo in qualsiasi altro modo che non siano le sue stesse parole, questo è un atto di suprema fierezza”.
Ecco, è di questa umiltà, di questa fierezza, di questo rigore che vogliamo parlare nel corso dei nostri incontri.
Del fatto che ogni traduttore è anche scrittore (o ri-scrittore) del testo, ma “al servizio del testo che si traduce, non della propria ispirazione”. (Da I traduttori esistono!, intervista a Gaja Cenciarelli).
Iniziano con questi incontri sulla traduzione gli ArtApartEvents letterari del 2013
Cinque incontri nel corso dei quali presenteremo cinque libri raccontati da chi li ha tradotti. Andremo a fondo nei testi, nei significati, nelle difficoltà, nella quotidianità della famosa “stanza del traduttore”, il luogo dove le parole ritrovano la loro importanza primaria, quella del logos, del “principio”.
Parleremo di libri e di lingua anche alla presenza di alcuni degli editori che li hanno scelti e affidati a precise competenze e sensibilità professionali.
Sarà il momento per ricordare che dobbiamo a ciascuno di loro un pezzetto di conoscenza in più.
Calendario:
Mercoledì 20 febbraio ore 18.30
Gaja Cenciarelli: Sick City, di Tony O’ Neill [Playground edizioni]
Mercoledì 27 febbraio ore 18.30
Andreina Lombardi Bom: Proprietà privata di Richard Yates [minimum fax]
Mercoledì 6 marzo ore 18.30
Fiamma Lolli: Vita di Gabriel García Márquez, di Gerald Martin [Mondadori].
Mercoledì 13 marzo ore 18.30
Riccardo Duranti: To the Wedding di John Berger [Il Saggiatore]
Mercoledì 20 marzo ore 18.30
Fabio Viola: Jack Holmes e il suo amico, di Edmund White [Playground edizioni].
Ingresso Libero
Dove:
Libreria EquiLIBRI
Via dello Scalo S. Lorenzo, 55 – 00185 Roma
Tel +39 3896075337
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