Di parola in parola
Tra i servizi offerti da Verto Group c’è quello della correzione di bozze, un lavoro certosino da effettuare con perizia chirurgica, che punta a correggere refusi ma anche l’aspetto tipografico propriamente detto, vale a dire righe rientranti, corsivi, maiuscoletti, uso del neretto e ogni altra indicazione atta a dare un aspetto editoriale al testo.
Riportiamo per intero l’articolo a firma di Giulia Zoli pubblicato su Internazionale.it il quale sottolinea l’importanza dell’intervento umano che non potrà mai essere sostituito completamente da nessun software.
Non conosce le regole della punteggiatura. Non distingue i maschili dai femminili, né i singolari dai plurali. Non sa come si va a capo. Non gl’interessa se il sommario rimanda a una pagina che non esiste. Non capisce la differenza tra i princìpi e i principi. Non sa cosa sia il buon senso. Il correttore ortografico automatico è uno strumento molto utile per scovare errori e refusi in un testo. Ma niente può sostituire l’intelligenza, l’esperienza e la pazienza del correttore di bozze.
Tutte le settimane Sara e Lulli, le correttrici di bozze di Internazionale, setacciano ogni pagina del giornale, carattere dopo carattere, e scovano incongruenze, refusi, inesattezze, grafie sbagliate e conti che non tornano. A volte lavorano in coppia: una legge a voce alta e l’altra controlla che il testo corrisponda. Trovano tutto quello che sfugge al redattore, al correttore automatico, e spesso anche al lettore.
Quando leggiamo, infatti, i nostri occhi procedono a salti: non si soffermano sui singoli caratteri, leggono quel tanto che basta per capire. Avanzano di sillaba in sillaba e di parola in parola. Quanti di voi, per esempio, si sono accorti che a pagina 22 dello scorso numero, proprio all’inizio dell’articolo, c’era scritto “una paragone” invece di “un paragone”?
Internazionale, numero 991, 15 marzo 2013
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