I doppi sensi pruriginosi dell’IKEA
E’ di oggi l’articolo sul Corriere.it in cui si racconta del grattacapo che devono risolvere quelli dell’Ikea una volta sbarcati sui mercati Thailandesi.
“La pianta in vaso dell’Ikea, chiamata Jättebra? In Thailandia il suo nome, tradotto, indica i rapporti sessuali. Il modello di letto Redalen? Se traslitterato, suona come il letto “amplesso“.”
La cifra distintiva dell’IKEA che usa nomi svedesi per i nomi dei mobili deve fare i conti con la necessità di localizzare i nomi dei propri prodotti, adattandoli al contesto delle diverse culture. Un déjà vu che ha riguardato, tanto per fare nomi, anche la “Coca Cola che, introdotta in Cina nel 1927, risultava chiamarsi”una cavalla fissata con la cera” o “mordi il girino di cera”, a seconda del dialetto.”
E ancora: “Gli altri esempi? In India è stata lanciata una nuova salsa al curry chiamata Bundh, che nella lingua del Punjab ricorda una parola che significa, letteralmente, “fondoschiena”. In Cina il nome del motore di ricerca di Microsoft, Bing, suona come “malattia” o “pancake”. I capi di Microsoft hanno allora deciso di rinominare il motore di ricerca in Biying, che richiama l’espressione cinese you qui bi ying, che significa «cerca e troverai».
Casi emblematici dell’uso appropriato di traduzioni tarate sul pubblico di destinazione, una presa di coscienza necessaria per chi espande il proprio business all’estero.
Nessun commento su ' I doppi sensi pruriginosi dell’IKEA '