L’Europa Multilingue

L’Europa Multilingue

pubblicato in Curiosità Sulle Lingue, Dalla Rete

da il 10 agosto 2012

In Europa ci sono 23 lingue ufficialmente riconosciute, più di 60 lingue autoctone regionali e minoritarie, e molte lingue non autoctone parlate da comunità di migranti.

L’UE, anche se ha un’influenza limitata, perché le politiche educative e la lingua sono di competenza dei singoli Stati membri, è impegnata a salvaguardare questa diversità linguistica e promuovere la conoscenza delle lingue, sia per motivi legati alla salvaguardia dell’identità culturale, dell’integrazione sociale e della coesione, sia perché il fatto di essere cittadini multilingue può trarre vantaggio dalle opportunità economiche, educative e professionali creati da un’Europa integrata. Una forza lavoro mobile è, infatti, la chiave per la competitività dell’economia dell’UE.

Ed è ancora più incoraggiante vedere che questa visione venga condivisa dalla maggioranza degli europei: quasi tutti gli europei ( 98%) ritiene che l’apprendimento di almeno una lingua straniera sia importante per il futuro dei propri figli. E l’attuale generazione  è sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo: gli europei monolingue sono in minoranza essendo il 46% della popolazione. Infatti, il 19% degli europei sono bilingue, il 25% è trilingue e il 10% parla quattro o più lingue.

L’obiettivo della politica europea di una popolazione trilingue (lingua nazionale, inglese, un’altra lingua) è già stato raggiunto dalla maggioranza della popolazione in Lussemburgo (84%), Paesi Bassi (77%), Slovenia (67%), Malta (59% ), Danimarca (58%), Lettonia (54%), Lituania (52%) ed Estonia (52%). Al contrario, i paesi più lontani da questo obiettivo sono il Portogallo e Ungheria (13% in ciascuno), il Regno Unito (14%) e Grecia (15%).

L’altra faccia della medaglia, però, è rappresentata dal fatto che in alcuni paesi la conoscenza delle lingue sia notevolmente diminuita.

La percentuale di intervistati in grado di parlare almeno due lingue ha subito un decremento considerevole in questi cinque paesi:

Slovacchia (-17 punti percentuali al 80%)
Repubblica Ceca (-12 punti percentuali al 49%)
Bulgaria (-11 punti percentuali al 48%)
Polonia (-7 punti percentuali al 50%)
Ungheria (-7 punti percentuali al 35%)

Il colpevole è l’inglese, adottato da questi paesi come lingua prioritaria di insegnamento e che ha soppiantato l’uso e la conoscenza di altre lingue quali il tedesco e il russo che, per motivi storici, invece, erano parlati in questi paesi in maniera corrente.

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