L’inglese per tutto
Sul Sole24 ore di qualche giorno fa, Massimo Firpo ha scritto un articolo sulla necessità di bypassare la traduzione, strumento, a suo dire, sempre più obsoleto per la diffusione della cultura. Quello che viene chiesto alle nuove generazioni di ricercatori è sempre più la redazione di saggi e libri direttamente in lingua inglese, “belli o brutti, chiari o oscuri che siano.” Un trend già ampiamento in auge per i testi scientifici che però dovrà riguardare con urgenza anche i testi umanistici. Giusto o sbagliato che sia, piaccia o non piaccia, questo processo non conoscerà battute d’arresto. Ciò non toglie, però, stando a Firpo, che “si dovrebbe fare qualcosa perché chi scrive in inglese non legga solo in inglese; e anche per diffondere di più gli studi italiani in un mondo anglofono sempre più autoreferenziale”.
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