Traduzione vs Transcreation
L’assunto di base delle traduzioni è quello per cui i traduttori traducano esclusivamente verso la propria lingua madre in modo da assicurare il rispetto delle sfumature linguistiche della lingua in questione.
A questo si aggiunge che molti professionisti possono vantare qualifiche in campi altamente specializzati quali la contabilità, l’ingegneria, la legge, permettendo loro, dunque, di affrontare la traduzione di testi di questo tipo contendo su un bagaglio terminologico specifico.
Alcuni professionisti, poi, hanno un taglio più “creativo” nello scrivere e pertanto vengono utilizzati per la traduzione di testi pubblicitari e di marketing.
Esiste, però, una fase di lavorazione che va oltre la traduzione e che si applica a testi veramente creativi e che prende il nome di “TRANSCREATION“, ossia la riscrittura del testo in una lingua straniera con lo scopo di creare nell’audience il medesimo impatto del messaggio della lingua originale. Si tratta, in sintesi, di un processo che crea un testo “ex novo”, il quale ha perso ogni possibile connotazione legata alla traduzione. L’uso della transcreation riguarda la commercializzazione di un’idea, di un prodotto o di un servizio per il pubblico internazionale. L’obiettivo della transcreation, quindi, non è quello di dire la stessa cosa in un’altra lingua. Anzi, spesso non è possibile dire esattamente la stessa cosa in un’altra lingua. Lo scopo, piuttosto, è quello di ottenere la stessa reazione in ogni lingua, qualcosa che la traduzione in sé non sarà mai in grado di raggiungere.
Con la transcreation il testo di arrivo deve essere coerente con la strategia di comunicazione e adatto alla cultura di destinazione.
Grazie alla transcreation, quindi, il cliente può valutare varie opzioni di traduzione (in particolar modo nel caso di headline, pay-off, ecc.) per poi scegliere quella più adatta alla cultura locale e che meglio riesce a rendere il senso del messaggio originale.
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